03 marzo 2024 - III Domenica di Quaresima

Omelie festive

Giovanni 8,31-59


1. La preghiera di intercessione

La prima lettura (Esodo 32, 7-13b) parla dell’ira di Dio.
Dà a Dio volto e sentimenti umani, forti, negativi.
Come rileggere tutto questo alla luce del messaggio di Gesù?
Che cosa vuole dirci l’autore del testo?
Semplicemente vuole raccontarci dell’incompatibilità di Dio con ogni forma di peccato.
La sua avversione per il male, questo significa l’ira di Dio.
Bella poi la figura di Mosè come colui che intercede per il suo popolo,
‘toccando’ Dio sul vivo: la memoria del patto con i padri.
Anche noi in momenti di difficoltà dovremmo
attivare questo ricordo: Dio è fedele alle sue promesse;
nel contempo, imparare a pregare gli uni per gli altri.
Scrive san Giacomo: “Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza” (Gc 5,16).
Le promesse di Dio non riguardano tanto la garanzia di una vita sicura, indenne dalla sofferenza,
quanto la salvezza certa per ogni uomo e donna, che non lo sostituisce
con l’idolo a noi più confacente: il nostro smisurato ego.

2. La vera libertà

Paolo nella seconda lettura (1Tess 2,20-3,8) si rallegra, perché i cristiani di Tessalonica (Grecia),
stanno resistendo nelle prove della vita, senza perdere la fede,
anzi potenziando gli atti di prossimità e carità fraterna.
Giovanni (Gv 8,31-59) ci presenta una forte discussione
tra Gesù e i “Giudei che gli avevano creduto” (chissà gli altri...).
Chi è il vero discepolo di Gesù? Non chi dice “Signore, Signore” (cfr. Mt 7,21),
ma chi pratica costantemente (cfr. il verbo ‘rimanere’) la Parola di Dio!
E’ solo questa capacità di calare nella nostra vita la Parola di Dio,
che ci aiuta a rispondere alle grandi domande sulla vita,
a comprendere il piano di Dio sulla storia umana e sulla nostra storia (la verità).
Compreso questo con cuore e mente, noi saremo davvero liberi,
cioè capaci di aborrire, rifiutare il male con tutte le sue sfumature egoistiche,
sapendo che ben altro, una sovrabbondanza di vita ci attende.
La libertà non è solo poter scegliere bene (cioè senza intralci: libero arbitrio),
ma scegliere in piena coscienza il bene nostro e altrui.

3. Il grande “viaggio” della fede

Un poeta teologo mistico musulmano, Rumi, scrive: "Anche se non hai piedi scegli di viaggiare
in te stesso; come miniera di rubini sii aperto all'influsso dei raggi del sole. O uomo!
Viaggia da te stesso in te stesso, ché da simile viaggio la terra diventa purissimo oro".
Ritroviamo, in queste parole, quasi un'immagine preziosa della quaresima:
la terra, dentro di noi e fuori di noi, se siamo aperti al viaggio e non arroccati,
può avvicinarsi allo sfolgorio del purissimo oro. Perché ho parlato di viaggio?
Certo perché è la domenica di Abramo, l'uomo del grande viaggio della fede.
Gesù irrita a morte questi giudei perché chiede loro
di passare dalla rigidezza della loro appartenenza religiosa a una relazione liberante.
Nella prospettiva di un rapporto che sta sconvolgendo i loro schemi religiosi.
E' come se dicesse loro: ”Dove vi potrete realizzare veramente?
Dove sperimentare l'ebbrezza della libertà? Fidandovi di me”.
L'aveva detto già alla Samaritana: “Potrete assaporare la freschezza di un'acqua viva
che vi disseta e il soffio di uno Spirito che accarezzandovi il volto,
vi darà speranza, vi farà sognare di nuovo!”..
 

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